lunedì 20 aprile 2020

Il gatto, un solitario per genetica

Il gatto si considera per istinto nostro pari e un individuo a sé stante. Un’individualità che ha scritta nei geni. La dieta del gatto selvatico africano che viveva in zone desertiche era basata su piccoli mammiferi, uccelli e rettili. Allora come oggi non cacciava in branco perché la preda era troppo piccola persino per un solo animale: a ogni esemplare il compito di sfamarsi da sé. Capitava spesso di trascinare il pasto in un luogo sicuro, al riparo dai possibili agguati di predatori più grandi, ma la condivisione proprio non fa parte dello stile di vita felino.

I gatti selvatici, come del resto i cugini domestici, non sono portati per natura alla condivisione. L’unica eccezione per il Felis silvestris lybica è nel caso di una madre con prole, ma si tratta di mero istinto di sopravvivenza della specie: se non condividesse con loro il cibo fin quando non siano capaci di badare a se stessi, i cuccioli non sopravviverebbero. In generale, quindi, un gatto caccia per sé. Non ha bisogno dell’aiuto di nessuno perché per istinto è un cacciatore solitario. Ognuno per sé, un comportamento che noi esseri umani in quanto animali sociali siamo portati a considerare egoista. Il fatto è che a Micio manca il gene del branco, mentre ha ben radicato quello del singolo. Non è egoismo ma puro e semplice spirito di sopravvivenza. (Foto: Pinterest)

0 commenti:

Posta un commento

Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.