E in parte per la capacità di affrontare le situazioni come individui indipendenti e responsabili, più che come creature obbedienti agli ordini altrui. Questa caratteristica non sorprende in animali come i gatti, essenzialmente solitari, cacciatori autosufficienti, dotati di una gamma di sensi sviluppatissimi, oltre che di un fisico atletico. Decidere se un gatto è più intelligente di un cane dipende da come si misura l'intelligenza: un argomento che si è dimostrato molto controverso, perfino tra gli scienziati che studiano gruppi diversi nell'ambito della stessa specie, come l'Homo sapiens. Non c'è un metro di misura affidabile e oggettivo.
Un metodo controverso per confrontare l'intelligenza consiste nel misurare il peso del cervello e la lunghezza del midollo spinale. Ciò fornisce una proporzione che rappresenta la quantità di materia cerebrale che controlla un particolare volume corporeo. Alcuni studiosi pensano che più tale porzione è elevata più l'animale sia intelligente. Un essere umano presenta una proporzione di 50:1, un callitricide di 18:1, un cane fra 9:1 e 7:1, a seconda della razza, e un gatto di 4:1. Chi critica questo modo di confrontare le specie, afferma che l'intelligenza prescinde dall'anatomia e che, di fatto, essa non sia ‘pesabile’.
Se navighiamo sul Web, troveremo elenchi di razze feline in cui l'intelligenza è classificata da un numero da 1 a 10, considerando un massimo di 10. Secondo una di queste pagelle, il gatto più intelligente sarebbe lo Sphynx, mentre i più ‘tonti’ sarebbero l'Himalayano e l'Exotic Shorthair. Non viene tuttavia spiegato come tali conclusioni siano state raggiunte, e queste graduatorie poco scientifiche vanno prese davvero con le pinze. Noi sappiamo che il nostro gatto è intelligente e certo non ci servono tabelle e statistiche per dimostrarlo. (Foto: Pinterest)
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