mercoledì 31 maggio 2023

La sindrome del gatto volante

Magari è una cosa che non fa piacere sentire, ma è comunque interessante. Quando un gatto cade da un terrazzo o da una finestra può incorrere in molti inconvenienti definiti collettivamente con l'espressione «high-rise syndrome» (sindrome delle grandi altezze). I «gatti volanti» che cadono da un'altezza tra i due e i trentadue piani hanno una percentuale di sopravvivenza del 90%. Quelli che cadono da un'altezza inferiore a sei piani riportano però lesioni più gravi di quelli che cadono da altezze superiori.

La sindrome coinvolge:

- Petto: fratture delle costole, pneumotorace (aria nella cavità che circonda i polmoni). 

- Testa, faccia e bocca: mascella fratturata, frattura del palato, denti rotti, traumi alla lingua e alla testa.

- Arti: fratture agli arti anteriori e posteriori.

- Addome: danni al fegato, milza, reni, rottura della vescica. 

La teoria che spiegherebbe perché i gatti tendono a cavarsela meglio quando cadono da altezze maggiori è molto interessante. È stato calcolato che i gatti raggiungono la massima velocità dopo circa cinque piani e a quel punto si rilassano, con la conseguenza che la forza dell'impatto si distribuisce su una superficie più ampia del corpo. Un gatto che atterra prima di raggiungere la massima velocità tende a essere ancora rigido, perciò a subire maggiormente l'impatto saranno le parti del corpo che toccano per prime il suolo. Nessun gatto è completamente al sicuro dalla caduta dall’alto: la prevenzione in casa sarà la soluzione migliore! (Foto: Pinterest)

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