Anche Benito Mussolini aveva un gatto. Si chiamava Tobia ed era tigrato. Il duce fece collocare un suo ritratto gigantesco nella Sala del mappamondo, a Palazzo Venezia. Bill Clinton aveva un gatto bianco e nero chiamato Socks (Calzini). Quando l'animale morì di tumore, il presidente lo fece cremare e le ceneri furono sparse in Arkansas, dove era nato. Papa Leone XII amava moltissimo il suo gatto grigio tigrato di nome Micetto. Lo teneva dentro le maniche della tunica, e sul letto di morte lo affidò al visconte Francois-René Chateaubriand, raccomandandogli di averne cura.
Mimì era la gatta siberiana a pelo lungo di Rosa Luxemburg. Quando Rosa fu imprigionata, si preoccupò di affidarla a una tutrice, coinvolgendo un avvocato affinché l'operazione andasse a buon fine. Henry Wriothesley, terzo conte di Southampton, aveva una gatta bianca e nera di nome Trixie. Quando fu condannato all'ergastolo per aver congiurato contro Elisabetta I, la gatta riuscì a intrufolarsi nella cella e alleviò le sue sofferenze. Alla morte della regina, i due furono liberati e il conte si fece ritrarre con Trixie sullo sfondo, in segno di gratitudine.
Siam era il gatto di Rutherford Hayes, XIX presidente americano: gli era stato inviato, come dono diplomatico, dal console americano a Bangkok. Siam fu il primo esemplare di gatto siamese a giungere negli Stati Uniti. Churchill amava moltissimo i gatti e ne ebbe diversi. Il preferito fu però Nelson, un grosso gatto grigio tigrato che partecipava anche al Consiglio dei Ministri, accoccolato su una sedia preparata appositamente per lui. White Heater (Stufetta Bianca) era la gatta d'Angora della regina Vittoria, che in suo onore organizzò la prima esposizione felina della storia, al Crystal Palace di Londra, nel 1871. (Foto: Pinterest)
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