Questi gatti vivono prevalentemente in città perché è più facile trovare del cibo, ma sono molto adattabili e possono vivere anche in campagna, dove conducono una vita più solitaria affidandosi soprattutto alla loro abilità di cacciatori. I gatti inselvatichiti tendono ad avere abitudini notturne e non è facile vederli all'aperto fino a dopo il tramonto, quando escono dai nascondigli. Solitamente discendono da felini che si sono smarriti e sono stati costretti, per sopravvivere, a frugare nei rifiuti, a cacciare come gli antenati selvatici e a catturare roditori e uccelli.
La natura prolifera dei gatti fa si che queste popolazioni inselvatichite crescano rapidamente, formando colonie che possono arrecare disturbo alle persone che ci vivono vicino. Non sono gatti sociali: evitano il contatto con gli umani e tendono a rintanarsi furtivamente nelle tenebre, dove i richiami delle femmine e i suoni delle lotte tra maschi possono trasformarsi in spaventose cacofonie notturne. È quasi impossibile addomesticare i gatti inselvatichiti, e nemmeno le organizzazioni gattofile lo fanno, anzi, quando sono chiamate a prestare aiuto tentano di catturarli, li fanno sterilizzare e li testano e, se in salute, poi li rimettono in libertà.
In pochi anni le colonie finiscono per esaurirsi, perché questi gatti vivono meno dei coccolatissimi mici domestici. Perfino i gattini inselvatichiti sono meno disposti di quelli domestici ad accettare la compagnia degli umani. Solitamente reagiscono con soffi e graffi ai tentativi di ammansirli, e spesso dimostrano una tendenza ad allontanarsi che rende molto difficile il loro addomesticamento. Sono anche imprevedibili e, se si innervosiscono, possono graffiare senza preavviso. (Foto: Pinterest)
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