Con l'arrivo dell'anzianità, più o meno a 10-12 anni, il gatto comincia ad avere bisogno di maggiore quiete. Capita che non tolleri come prima il cane di famiglia, gli scherzi dei ragazzi o una carezza di troppo. Calano le difese immunitarie. La produzione di ormoni si riduce drasticamente e con essa la capacità di regolare la temperatura corporea.
Il cuore e i reni sono meno efficienti. La pelle perde elasticità e tende a seccarsi, il mantello si opacizza, i peli morti non vengono facilmente rimpiazzati perché la ricrescita è molto lenta. La digestione si fa più faticosa. Le masse muscolari si riducono, il gatto tende a perdere peso o, al contrario, a ingrassare.
La creatura sinuosa, che "volava" da un mobile all'altro e saettando si arrampicava sugli alberi, è ora prudente, attenta a non strafare. L'agilità e l'elasticità vengono sostituite da una certa rigidità e, in molti casi, da fastidiosi dolori articolari. Il gatto si stanca facilmente e ha bisogno di riposare dopo una corsa. La salivazione diminuisce e si accumulano depositi di tartaro sui denti. L'olfatto e il gusto, un tempo tanto spiccati, si indeboliscono. La vista affievolisce e può comparire la cataratta. Il sistema nervoso comincia a perdere cellule e fibre, motivo per cui il gatto si stressa facilmente, è meno propenso ad adattarsi ai cambiamenti e alle novità e può mostrare segni di irascibile.
I segni dell'invecchiamento
Nel gatto l'invecchiamento si associa a una serie di cambiamenti che i proprietari devono conoscere per poter individuare precocemente eventuali segnali d'allarme:
Rallentamento del metabolismo
Disidratazione di cellule e tessuti
Riduzione dell'ossigenazione dei tessuti
Riduzione delle difese immunitarie
Aumento della suscettibilità allo stress
Aumento dello sviluppo di tumori
Riduzione delle capacità di adattamento
Per capire il suo stato d'animo
Capire le esigenze del gatto anziano aiuta ad andare incontro alle sue necessità e a salvaguardare il suo benessere.
Rinuncia alle battute di caccia sempre più spesso Tiriamogli una pallina di carta o un vecchio tappo di sughero legato a uno spago oppure tendiamogli un agguato più volte nella giornata.
Sonnecchia tutto il giorno. Chiamiamolo per nome, rivolgiamogli paroline dolci, invitiamolo a seguirci.
Reagisce male se lo prendiamo in braccio. Accertiamoci che non abbia dolori. Adagiamolo a terra delicatamente.
Lascia il cibo nella ciotola. È il momento di controllare la sua bocca oppure di preparargli bocconcini appetitosi.
Batte in ritirata quando è sera. Dedichiamo un po' di tempo solo a lui, magari mentre guardiamo la televisione. Non permettiamo agli altri animali di intromettersi.
Bisogna affrontare questa fase come una nuova tappa della sua vita. Aumentare le attenzioni ci aiuterà a prevenire molti suoi disturbi e, se saremo bravi, a farlo vivere bene fino a vent'anni. (Foto: Pinterest)
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