Dividere la casa con Micio o Fido è un'esperienza molto gratificante e ricca di benefici aspetti positivi per la nostra salute fisica e psichica. Può tuttavia capitare, anche se non così di frequente, di dover rinunciare a tali vantaggi, in quanto si risulta sfortunatamente allergici nei riguardi dell'animale. Perché alcune persone sviluppano questo tipo di allergia e altre no? Perché determinate forme di ipersensibilità compaiono all'improvviso? Perché i sintomi manifestati possono essere così diversi tra loro? Gli studi in campo allergologico non sono ancora arrivati a trovare risposte esaurienti e bisogna accontentarsi delle certezze di cui attualmente si dispone.
Il termine allergia sottointende un'eccessiva reazione da parte dell'organismo verso una sostanza generalmente non patogena, non nociva o di per sé stessa non pericolosa, ma che in individui predisposti può scatenare una risposta esagerata da parte del sistema immunitario, con conseguenze anche serie. Quando l'organismo viene per la prima volta in contatto con la sostanza allergizzante (chiamata allergene), diviene in un certo senso ipersensibile e ciò determina, in caso di esposizioni future, risposte immunitarie più o meno esagerate. Sono molte le specie animali verso cui l'uomo può sviluppare forme di allergia. La classifica, stilata seguendo un ordine statistico di maggiore frequenza e rilevanza, vede al primo posto il gatto, seguito da cane, criceto cavallo, animali di laboratorio e insetti.
È poi interessante sottolineare che certe razze (tra quelle canine, per esempio, Boxer e Schnauzer sono coinvolti sempre più spesso) hanno mostrato di avere un potere allergizzante superiore rispetto ad altre. In ogni caso, non pare vi sia una corrispondenza tra ipersensibilità è lunghezza del pelo. Per ogni singolo animale, possono essere diverse le componenti fisiche che sono responsabili dell'ipersensibilità che si viene a creare: tra le più importanti sono da ricordare la saliva (e in particolare una proteina in essa contenuta), il pelo (e più spesso, nello specifico, la secrezione delle ghiandole sebacee cutanee), la forfora, le penne, le piume, ma anche l'urina. A scatenare gli episodi allergici può essere sia il contatto diretto con questi allergeni ma anche la loro inalazione dopo essiccazione.
Tali sostanze restano nell'ambiente anche per un lungo periodo di tempo: è stato calcolato, per esempio, che ci vogliono tra i 5 e i 7 mesi perché gli allergeni scompaiono del tutto da divani, poltrone, tappeti, materassi, tende e vestiti, anche in presenza di accurate pulizie. Più di un autorevole studio afferma che i bambini crescono più sani se hanno accanto un gatto o un cane, in quanto l'animale ha mostrato una funzione protettiva dallo sviluppo delle allergie in generale. Bimbi che hanno da subito avuto al fianco un animale, in particolare, hanno rivelato una predisposizione alle allergie inferiore rispetto alla media di piccoli pazienti che vi sono entrati in contatto più tardi.
IL DECALOGO DEI RIMEDI UTILI
Solo in casi irrimediabilmente gravi si deve allontanare il proprio amico da casa (magari affidandolo a un amico o a un parente, non mandandolo in un rifugio...), altrimenti si può provare a mettere in atto una serie di rimedi spesso utili a risolvere il problema.
1. Impiegare regolarmente i preparati ad azione antiallergica (in vendita nei negozi specializzati), da strofinare sul corpo dell'animale.
2. Spazzolare tutti i giorni il nostro amico, preferibilmente in un ambiente esterno a quello in cui si vive.
3. Passare ogni due settimane il corpo dell'animale con un panno imbevuto di acqua demineralizzata.
4. Evitare di far soggiornare l'animale in camera da letto.
5. Lavarsi bene le mani dopo aver manipolato l'animale.
6. Pulire ogni giorno la casa (pavimenti, mobili ecc) con preparati idonei e passare ogni 2-3 giorni l'ambiente con aspirapolvere dotato di filtro ad alta efficienza.
7. Lavare spesso in lavatrice copridivani, copriletti, cuscini, tende e vestiti.
8. Utilizzare depuratori d'aria per alcune ore al giorno, avendo poi cura di pulirne i filtri con attenzione.
9. Tenere a portata di mano i medicinali (antistaminici, cortisonici, decongestionanti) prescritti dall'allergologo, seguendo le indicazioni date da quest'ultimo.
10. Ricorrere, se consigliato dallo specialista, all'immunoterapia specifica, che consiste nell'iniettare a scadenze regolari piccole dosi di allergene diluito, in modo di indurre poco per volta il sistema immunitario a non riconoscere le sostanze responsabili come estranee. (Foto: Pinterest)
venerdì 18 gennaio 2019
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Particolarmente interessante questo post. Personamente sono allergica a certi gatti e cani (dipende dal tipo di pelo) ma per fortuna non ai nostri. (???)
RispondiEliminaCome ben dici Susi....per fortuna!
RispondiEliminanessun problema per me... risulto invece allergica a certi tipi di persone ;-)
RispondiEliminahaha Niki, per questo anch'io ho qualche problema grosso!
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