In alcuni paesi, come per esempio gli Stati Uniti, i gatti che vivono esclusivamente in casa senza mai uscire all'aperto sono numerosi, mentre in altri, come il Regno Unito, la maggior parte delle abitazioni è dotata di gattaiole che permettono a Micio di entrare e uscire a suo piacimento, godendosi così anche un po' d'aria fresca. Un gattile o un rifugio ben attrezzato, tuttavia, ospita sempre qualche esemplare adatto alla sola vita, per così dire, d'interno. Se Micio è, per esempio, cieco, sordo o comunque menomato, dev'essere tenuto in casa per la sua incolumità poiché è incapace di provvedere a se stesso.
Nei rifugi non mancano ospiti invalidi, che magari non sono stati fortunati con il proprietario precedente o sono finiti sotto le ruote di un'auto. Inutile dire che chi adotta questi animali è particolarmente benvenuto. Un'altra categoria da considerare assolutamente domestica è quella degli esemplari affetti dal virus dell'immunodeficienza felina (FIV). Pur somigliando all'HIV che colpisce l'uomo, questa malattia si trasmette unicamente fra gatti e non costituisce quindi un pericolo per i proprietari, ma è chiaro che l'animale contagiato va tenuto in casa per evitare la diffusione del virus. Molti gatti lo contraggono vivendo da randagi e alcuni rifugi si offrono di pagare le cure veterinarie necessarie.
Gli esemplari anziani di solito vivono tranquilli e felici anche senza i grandi spazi. Nei rifugi sono tenuti insieme ai più giovani e vigorosi e spesso hanno uno sguardo smarrito, spaesato, come se proprio non riuscissero a capire perché i proprietari li hanno abbandonati alle cure, seppur amorevoli, di sconosciuti. Quasi ogni gatto soffre a stare in un rifugio, una sofferenza che si acuisce con l'età. Settimana dopo settimana i mici anziani osservano i gatti più giovani andarsene con i nuovi proprietari. Col trascorrere dei mesi il pelo sempre più rado e l'aspetto attempato non destano interesse.
Se poi soffrono di una lieve forma di artrite, come accade per la maggior parte, a solitudine e paura si aggiunge la scomodità di vivere in luoghi non riscaldati e con ripiani troppo alti da raggiungere. Sentimenti tanto più forti negli esemplari rimasti soli dopo la morte del proprietario. Questi poverini saranno ben felici di starsene sempre in casa. Non hanno grandi pretese: una cuccia calda in cui dormire, cibo e compagnia per gli ultimi anni che restano loro. Senza contare, poi, che alcuni rifugi o associazioni si offrono di pagare le spese veterinarie, pur di offrirgli un tramonto di vita degno di essere vissuto. (Foto: Pinterest)
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