venerdì 24 aprile 2020

La vecchiaia è arrivata: cosa comporta?

A undici anni Micio è ormai anziano e dai quindici in poi è abbastanza avanti con l'età da poter essere definito, senza tanti giri di parole, vecchio. In queste ultime due fasi della vita il corpo va incontro a cambiamenti che rispecchiano l'invecchiamento generale dell'organismo: il pelo si fa meno brillante, la pelle perde elasticità e il colore può schiarirsi da nero scuro a marrone, fino a incanutirsi. Udito e vista si alterano e, nei casi più gravi, Micio può mostrarsi chiuso in se stesso e meno reattivo. Se anche gusto e olfatto si fanno meno efficienti, può persino perdere l'appetito. Di per sé il gatto ha un ridotto stimolo della sete, ma un individuo ormai anziano può arrivare a una condizione di disidratazione cronica, con conseguente e altrettanto fastidiosa stipsi.

A poco a poco il sonno sostituisce buona parte dell'attività fisica, perché ossa e muscoli si indeboliscono, così come il sistema immunitario, esponendo il gatto alle malattie infettive. La senilità, poi, è spesso accompagnata da un perenne stato di insicurezza e confusione. Vi sono malattie legate all'età che tendono a manifestarsi con maggiore frequenza: tra queste una delle più comuni è l'ipertiroidismo, causato da un tumore alla tiroide che si ripercuote sul metabolismo comportando perdita di peso e un coincidente aumento dell'appetito. Spesso all'ipertiroidismo si associa l'ipertensione alta (ossia la pressione alta), presente anche in caso di insufficienza renale, malattia degenerativa cronica dei reni diffusa nel gatto a causa della dieta altamente proteica. Sete, una maggior produzione di urina - dovuta all'incapacità di concentrarla - e perdita di peso sono alcuni dei sintomi principali.

Anche il diabete comporta un certo calo di peso e una sete accentuata ed è piuttosto comune nei gatti anziani, soprattutto se in sovrappeso da un po' di tempo. Quanto ai disturbi dentali, ne è afflitto circa il 30% dell'intera popolazione felina, ma sono inevitabili negli individui più anziani. La placca prolifera, causando malattie periodiche che, a loro volta, infiammano le gengive, le quali si ritirano rendendo i denti meno solidi. Negli ultimi tempi l'osteoartrosi si è guadagnata un posto d'onore fra le maggiori cause di disagio e perdita di mobilità. La diagnosi è effettuata in primo luogo proprio dal padrone tramite l'osservazione del gatto nell'ambiente domestico: al risveglio è rigido nei movimenti, smette di saltare sulle superfici poste più in alto e si pulisce con minor vigore e accuratezza. Anche il cancro è più diffuso tra gli esemplari anziani: può colpire qualsiasi parte del corpo e talvolta può diffondersi anche agli altri organi.

La cura di un gatto ormai anzianotto prevede la spazzolatura attenta e delicata (per evitare dolore alle ossa, divenute più prominenti) di tutto il corpo e la pulizia della zona intorno al musetto, agli occhi e all'ano, tutti punti che potrebbe faticare a raggiungere da solo. Le unghie ormai non sono più retrattili, perché i muscoli preposti si sono fatti troppo deboli, quindi non dimentichiamo di tagliarle con una certa regolarità per impedire che si impiglino o che crescano all'interno del cuscinetto. Vivere con un gatto anziano, quindi, non significa che dobbiamo cambiare le nostre abitudini: significa solo qualche accortezza, cure adeguate e un po’ di attenzioni in più. In questo modo il nostro amico a quattro zampe ci farà ancora compagnia per molti anni. (Foto: Pinterest)

1 commenti:

  1. Conviviamo con una gatta anziana che, per ora, non manifesta nessuno dei sintomi normali descritti. Trasmetto comunque il tuo articolo a mia figlia piccola che, pure lei, ha un gatto anziano - ancora di più della nostra - e inizia a vedere alcuni cambiamenti. Grazie Niki!

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