Quando si scopre che la micia di casa aspetta dei cuccioli, le reazioni possono essere molto diverse: massima gioia per l'evento tanto atteso o disperazione per l'evento tanto temuto. In qualsiasi caso bisogna prepararsi a vivere giorni intensi, dove ogni membro della famiglia dovrà svolgere il proprio ruolo con massima attenzione. Non si tratta certo di un evento ingestibile, tuttavia ci sono delle regole da seguire se vogliamo che vada tutto secondo i piani di Madre Natura, senza rischi per la nuova mamma, soprattutto se è al suo primo parto, o per i nascituri.
Tra il concepimento e il parto passano circa 63/65 giorni, anche se si potrà avere certezze assolute solo dopo il diciassettesimo giorno. I primi segni inequivocabili, visibili a occhio nudo, arrivano intorno al trentesimo giorno: capezzoli arrossati e gonfi, ingrossamento del ventre e aumento del peso e dell'appetito, con possibile variazione dei gusti alimentari. Chi ha programmato tutto può sottoporre la micia a una visita veterinaria tra la terza e la quarta settimana di presunta gravidanza. Con la palpazione dell'addome il veterinario sarà in grado di formulare una diagnosi precisa. L'indagine ecografica è possibile anche prima, a partire dal quindicesimo giorno, mentre per un esame radiografico, più preciso sul numero dei nascituri, bisogna attendere almeno il quarantesimo.
Durante il primo mese di gravidanza la futura mamma può continuare il suo regime alimentare senza problemi. Al secondo mese sarà invece necessario garantirle un alimento con maggiore apporto proteico, minerale e vitaminico e un aumento quantitativo della razione, fino a un terzo in più sul finire della gravidanza. Durante il secondo mese è utile suddividere la razione in più somministrazioni giornaliere: l'aumento di dimensioni dell'utero potrebbe infatti premere sullo stomaco rendendo la digestione più lenta e problematica. A tale proposito è molto pratico l'utilizzo di un cibo commerciale per gatti cuccioli, che verrà utilizzato anche durante il periodo di allattamento e durante lo svezzamento.
Durante la gravidanza bisogna evitare la somministrazione di farmaci se non strettamente necessari e comunque solo sotto controllo veterinario: potrebbero perfino causare un aborto. Alcune vaccinazioni, per esempio quelle contro la gastroenterite virale e la leucemia, sono vivamente sconsigliate durante la gestazione. Tuttavia, se il lieto evento è stato programmato, è consigliabile far vaccinare la gatta prima dell'accoppiamento, in modo tale da garantire ai cuccioli una buona protezione sia durante la vita intrauterina che durante l'allattamento. Gli ultimi 15 giorni di gravidanza sono quelli più importanti. Generalmente mamma gatta farà tutto da sola; noi dobbiamo essere d'aiuto senza però risultare invadenti. Cerchiamo di intuire quale posto della casa mamma gatta sembra preferire: sarà con molta probabilità quello scelto per il parto.
Mettiamo da parte la nostra attenzione per la casa e collaboriamo lasciando il posto a disposizione per la gatta. Per cercare di aiutare la futura mamma possiamo metterle a disposizione una grossa scatola chiusa su tre lati, foderata di panni di cotone: meglio evitare le copertine di stoffa che si sporcano in fretta, i tessuti che si sfilacciano o i giornali che si inzuppano. Non dimenticare anche di mettere la cassettina dei bisogni abbastanza vicina alla nuova cuccia. Il giorno precedente il grande evento si mostrerà irrequieta, respirando con ritmo accelerato, facendo continuamente le fusa e miagolando. Prestiamo molta attenzione all'eventuale perdita di liquidi (sangue o liquido chiaro), segno inequivocabile del parto imminente.
Dopo la fuoriuscita di liquidi causata dalla rottura delle membrane fetali, la gatta, aiutata da rapide contrazioni, espelle il primo cucciolo, a volte emettendo uno strillo. I tempi di espulsione tra un gattino e l’altro possono variare da pochi minuti fino anche a un’ora. In genere il parto dura fra le 2 e le 6 ore, anche se sono note nascite di piccoli vivi anche dopo 24 ore. L’espulsione di ogni cucciolo sarà seguita da quella della placenta che è legata al gattino dal cordone ombelicale. Solitamente, e questo è un fatto del tutto normale, la madre mangia le placente appena espulse. Ci si dovrà sempre accertare che tutta la placenta venga emessa per evitare l’insorgere di pericolose infezioni post-parto.
Qualora il sacco amniotico non sia ancora rotto, le vigorose leccate della gatta lo apriranno per stimolare nel cucciolo la respirazione e la circolazione. Subito dopo la gatta si lecca e si ripulisce; recide con i denti il cordone ombelicale (lasciandone un paio di centimetri) che spontaneamente si seccherà e si staccherà. I cuccioli nati variano da un minimo di 2 a un massimo di 9, anche se la media è tra i 3 e i 5. Il parto è un evento naturale che, per sua natura, non dovrebbe causare problemi e dovrebbe essere gestibile da mamma gatta in totale autonomia. È tuttavia consigliabile lasciare la gatta dal veterinario nell'imminenza del parto se non siamo proprio sicuri di essere all'altezza di darle una mano nel caso in cui si verifichino problemi.
Il veterinario dovrà essere chiamato con urgenza se:
- a mezz'ora o un'ora dalla rottura delle acque le contrazioni non portano alla nascita del cucciolo.
- Il travaglio si interrompe per un cucciolo uscito solo parzialmente.
- Dopo una nascita le contrazioni persistono continue per altre 2-3 ore senza nuove nascite.
- Si osservano perdite rossastre.
Una volta nati tutti i gattini, lasciamo che sia la gatta a occuparsi del resto. Ma se non sembra prendersi cura dei suoi cuccioli, potremmo dover intervenire consultando immediatamente il veterinario. (Foto: Pinterest)
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