Lo stile di vita che imponiamo al gatto varia a seconda della nostra cultura e non delle sue necessità o preferenze. Se Micio potesse scegliere, sicuramente vorrebbe godersi sia il calore di una casa sia la libertà di uscire all'aria aperta e concedersi eccitanti battute di caccia al topo. Non pensa come noi e quindi non è in grado di valutare i pericoli cui si espone, come automobili, cani, volpi e una varietà di animali selvatici in genere.
In Inghilterra, per esempio, vige l’abitudine di lasciare il gatto libero di andare e venire a suo piacimento, quindi i rifugi per animali sono perlopiù in cerca di nuovi proprietari che siano in grado di assicurare loro estrema libertà di movimento. Eccezion fatta per esemplari disabili o anziani, infatti, nel Regno Unito è opinione diffusa che obbligare un gatto a starsene rinchiuso fra quattro mura per tutta la vita sia una crudeltà. Forse tanta indipendenza si traduce in una minore longevità, ma comunque in una vita più piena, più naturale; e poi non bisogna dimenticare che un gatto con la possibilità di stare all'aperto ha meno probabilità di sviluppare problemi comportamentali.
Negli Stati Uniti e in Australia, al contrario, sta prendendo piede l’usanza di tenere il gatto chiuso in casa e c’è chi è convinto che la vera crudeltà sia commessa da permette a Micio di correre il rischio di finire sotto un’auto o preda di un altro animale. Portano ad esempio i gatti che si perdono e finiscono a vagabondare, i meravigliosi esemplari con tanto di pedigree che vengono rubati, i poveretti che dai propri simili prendono pulci e malattie infettive mortali, quelli ancora più sfortunati che sono attaccati e spesso finiscono preda di animali più grandi e quelli che, per quanto in percentuale minima, sono vittime di torture da parte di esseri umani.
Cent’anni fa il solo pensiero di tenere un gatto sempre in casa sarebbe sembrato quantomeno bizzarro. Fino a tre generazioni fa nelle imponenti dimore della nobiltà britannica ogni animale aveva il proprio posto ben preciso. I cani di casa vivevano ai piani alti con la famiglia, i gatti ai piani bassi con la servitù, in cucina e nelle dépendance… non male per un animale cui piacciono calore e cibo! I gatti che servivano a tenere granai e stalle liberi dai topi vivevano all'aria aperta e i cani da caccia in appositi canili.
Quanto agli esemplari selvatici, per usare una frase fatta, la loro casa è il mondo. Oggi come allora trovano rifugio negli stabili cittadini adibiti a uffici, in vecchi capanni, in fattorie e capannoni agricoli sperduti, nelle fabbriche, nel folto dei boschi, sotto le cataste di legna, nelle tane abbandonate da altri animali, fra le dune di sabbia e persino nelle grotte. Il gatto, insomma, sa adattarsi a qualsiasi condizione.
CONSIGLIO FELINO
Se dobbiamo trasferirci e il nostro gatto è abituato ad avere libertà di movimento, prestiamo attenzione a scegliere una casa adatta anche alle sue esigenze: una strada trafficata rappresenta un pericolo, soprattutto se dall'altra parte si trova un bel prato invitante o un boschetto. Un discorso valido anche per le stradine più piccole se usate come via alternativa nelle ore di punta. (Foto: Pinterest)
lunedì 8 giugno 2020
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