Nei rifugi si tende a mettere insieme gatti provenienti dalla stessa casa ma capita che, pur convivendo nello stesso ambiente domestico, non abbiano mai sviluppato un rapporto di affetto e amicizia. Sono coppie solo in apparenza. Prova ne è il fatto che, seppur obbligati in uno spazio inevitabilmente ristretto, cercano di mantenere le distanze. Nulla vieta di adottarli insieme ma non sorprendiamoci se - una volta a casa - continueranno a ignorarsi e a condurre vite separate.
Una situazione tutto sommato accettabile se possiamo garantire loro un ambiente spazioso a sufficienza ma, se invece intendiamo tenerli sempre all'interno e in più abitiamo in un bilocale, allora è meglio che cerchiamo una coppia vera. Evitiamo invece a ogni costo di prendere un gatto da un recinto e uno da un altro perché non possiamo sapere se andranno d'accordo. Talvolta capita, ma nella maggior parte dei casi l'incompatibilità è garantita. Se è il personale stesso del rifugio a consigliarci di farlo, vuol dire che si tratta di persone incompetenti, che ignorano i rischi di una convivenza forzata.
Adottare assieme due gatti che non sono né amici né parenti, e quindi estranei, significa innanzitutto condannare loro e se stessi ad almeno sei mesi molto difficili e stressanti. Alla fine potranno anche abituarsi l'uno all'altro e perfino stringere amicizia, ma le possibilità sono solo del 50%. E non esiste modo di saperlo in anticipo, potremmo quindi essere costretti a riportarne uno al rifugio. In linea di massima teniamo conto che in un trilocale non dovrebbero coabitare più di due esemplari. Più ne mettiamo insieme e più rischiamo di ritrovarci con gatti scontenti e, di conseguenza, indisciplinati e ingestibili. (Foto: Pinterest)
0 commenti:
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.