venerdì 18 dicembre 2020

Il vero padrone in casa? Il gatto

Gli scienziati sanno che i gatti, a differenza dei cani, sono animali soltanto parzialmente addomesticati. Lo si vede anche anatomicamente: i gatti di oggi sono identici ai gatti di 50mila anni fa. Invece specie più addomesticate hanno segni precisi, come le orecchie pendule nei cani, o le corna più corte nelle mucche di oggi rispetto ai bovini dell'antichità. E ci sono buone ragioni che fanno dei gatti dei pessimi candidati per l'addomesticamento: non hanno istinto gregario, necessitano di una dieta di alta qualità, visto che mangiano solo carne, ed è difficile confinarli in un luogo perché hanno bisogno di spazi.

Essendo carnivori obbligati, perché incapaci di sintetizzare in proprio alcuni aminoacidi che devono ricavare dalla carne altrui, hanno bisogno - in natura - di vasti spazi dove poter predare senza interferenze da parte dei loro consimili. Ma l'essere predatori solitari li rende anche indifferenti, per lo più, alla nostra compagnia. È interessante notare come un animale che non ha un grande bisogno di comunicare con gli altri, abbia sviluppato - a forza di tentativi ed errori - una forma di comunicazione con noi come il miagolio: i gatti selvatici non miagolano né fanno le fusa. È ragionevole supporre che questi versi siano, in pratica, comandi originatisi appositamente per ottenere cibo da noi e, più in generale, manipolarci a loro vantaggio. 
 
Nelle addomesticazioni forzate, come quelle della mucca e della pecora, l’uomo ha selezionato nel tempo le bestie più tranquille e miti. E attraverso le generazioni quest’opera ha portato i suoi effetti. Nel caso dei gatti la cosa è meno chiara: a parte eccezioni relativamente recenti, come i gatti "Ragdoll" selezionati per la loro affettuosità verso l’uomo, i tratti che hanno fatto avvicinare i gatti all’uomo nel corso della nostra storia non sembrano essere i tratti della docilità, quanto quelli del coraggio. I nostri mici non hanno problemi a venire vicino a giganti come noi non perché siano docili, ma – al contrario - perché sono spavaldi. 
 
I gatti hanno deciso di loro iniziativa di starci attorno. È successo, con ogni probabilità, dopo l’invenzione dell’agricoltura. Quando l’umanità ha iniziato ad ammassare riserve alimentari sovrabbondanti in dispense e granai. Attirando i topi. È allora che i gatti hanno capito che starci vicini poteva essere vantaggioso. Non li abbiamo catturati noi, sono loro che hanno deciso di avvicinarsi. E poi, certo, da parte nostra siamo stati entusiasti di avere presso di noi queste graziose macchine sterminatrici di roditori. 

Ma anche in questo loro ruolo classico – che poi è l’unico 'lavoro' che fanno per noi, mentre i cani, ad esempio, si rendono utili in molti altri modi – i gatti sono sopravvalutati: gli scienziati, se vuoi liberarti dai topi, ti consigliano un cane della varietà "Rat Terrier" piuttosto che un gatto. Perché il gatto, assai più volubile e indipendente, non è che si trovi sempre dell’umore appropriato per mettersi a cacciare topi... Insomma quello tra gatti e umani è nato come un matrimonio di interesse. Reciproco. Anche nei matrimoni d’interesse può scattare l’amore. Ed è successo proprio così. Ma è forse un amore a senso unico? Ci siamo affezionati a loro più di quanto loro si siano affezionati a noi? (Foto: Pinterest)

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