mercoledì 17 febbraio 2021

Educazione Micio: poche semplici regole

Non è del tutto vero che i gatti siano così indipendenti e solitari. E non è nemmeno così vero che siano animali imprevedibili e umorali e quindi poco gestibili. È invece vero che possiamo interpretare dei segnali che ci mandano (anche piccoli, apparentemente insignificanti) per educarli al meglio e prevenire certi comportamenti spiacevoli o addirittura pericolosi per la loro salute. Ecco alcune dritte degli esperti per farli vivere sani e felici insieme a noi.

I primi mesi di vita di un gattino sono decisivi: è in questo periodo, infatti, che si deve abituare alla presenza umana, a quella di altri animali (se ce ne sono), al suo nuovo ambiente. Ma anche un gatto adulto ama la compagnia. Dedicargli del tempo è il modo migliore per sviluppare un buon rapporto con lui. L’ideale? Destinare almeno cinque minuti al gioco tre o quattro volte al giorno.

L'idea che i gatti stanno bene anche senza nessuno intorno è sbagliata: i felini sono sempre felici di poter passare del tempo con un essere umano. Questo vale in particolare per i gatti da appartamento, che non hanno la possibilità di uscire all’aperto e allontanarsi da casa: un micio chiuso in casa tutto il giorno finirà per annoiarsi, e potrebbe anche dedicarsi a giochi pericolosi. Nel caso fosse necessario lasciare un gatto (specialmente se piccolo) per molto tempo, per rassicurarlo si potrebbe lasciargli un indumento impregnato dell’odore del padrone. 

Spesso il micio ci invia segnali di un eventuale malessere. Se, per esempio, si rifiuta improvvisamente di usare la cassetta e comincia a depositare i suoi omaggi sul letto potrebbe significare che ci siamo dimenticati di cambiargli la sabbia. Un gatto che impedisce al padrone di lavorare al computer sdraiandosi sulla tastiera invece sta chiedendo attenzioni, magari una semplice carezza. Con il suo linguaggio ricco e articolato, insomma, il micio ci ricorda che ha necessità più complesse di quanto molti credano.

I gatti hanno la fama di essere animali imprevedibili e umorali, una falsità legata più che altro all’incapacità di interpretare il loro comportamento. In realtà, il linguaggio del corpo dei gatti è estremamente chiaro, e imparare a leggere i segnali lanciati dalla coda, dalle orecchie o dagli occhi è più facile di quello che si creda. Saper comunicare con il gatto, poi, è il modo migliore per accorgersi se c’è qualcosa che non va: c’è differenza, per esempio, tra un gatto che si lava spesso e con passione e uno che lo fa con così tanta intensità da causarsi ferite e lesioni (che potrebbe avere un problema dermatologico o la cistite). 
 
I gatti amano moltissimo le coccole del padrone mentre non sopportano gli scherzi, specialmente quelli troppo maneschi: per esempio, bisogna stare molto attenti con i bambini che potrebbero tirare loro la coda o, peggio, giocare a 'lanciarli' in giro per casa. Anche da questo punto di vista, dunque, non dobbiamo dimenticare che i gatti sono animali con precise esigenze. Meglio rispettarle, se si vuole costruire con lui un rapporto sereno e duraturo. 
 
Mai picchiare un gatto: niente calci, né scapaccioni, né botte in testa, perché l’unico risultato di un comportamento violento sarà una perdita di fiducia nei nostri confronti. Inutile anche fargli lunghe prediche quando sbaglia qualcosa: un 'no' secco o un rumore forte sono sufficienti a farlo desistere, e la ripetizione del gesto lo aiuterà a imparare come comportarsi. Soprattutto, ricordiamo che l’unica sgridata efficace è quella immediatamente successiva al suo 'misfatto': se aspettiamo troppo il gatto si sarà dimenticato cos’ha fatto, e non riuscirà ad associare la sgridata con il comportamento. (Foto: Pinterest)

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