La corteccia cerebrale (sita nel prosencefalo), sede delle funzioni superiori, controlla il movimento volontario ed è suddivisa in regioni a cui afferiscono 'geograficamente' gli impulsi inviati dai recettori sensoriali sparsi per il corpo. Anche in questo caso la specializzazione del gatto è ben evidente poiché, ad esempio, la regione preposta all'udito è molto sviluppata, e un udito acuto è indispensabile a ogni cacciatore che si rispetti. La corteccia è inoltre l'area più recente del cervello dal punto di vista evolutivo, ed è lì che avvengono le più sofisticate operazioni di integrazione delle attività nervose.
In tutte e tre le sezioni del sistema nervoso centrale esistono tuttavia aree più antiche che condividono la stessa struttura degli altri mammiferi e sono deputate a controllare comportamenti istintivi, quali alimentarsi e bere, ed emozioni intense e connaturate quali aggressività, rabbia e paura. Sebbene molti suoi comportamenti siano istintivi, nell'arco della vita il gatto è in grado di apprendere un vasto repertorio di risposte agli stimoli esterni.
L'apprendimento avviene tramite l'osservazione o l'imitazione e il classico meccanismo di prova ed errore. Da sempre l'uomo tenta di misurare il grado di 'intelligenza' del gatto (e va detto che il termine è improprio), ma finché cercherà di rapportarla alla propria non ci riuscirà mai. Il modo più sensato di giudicare l'evoluzione di un animale consiste infatti nell'osservare la capacità di servirsi dell'ambiente che lo circonda, di comprenderlo e di adattarsi alle novità. Secondo questi canoni il gatto è un campione d'ingegno! (Foto: Pinterest)
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