lunedì 17 gennaio 2022

Un gatto ben nutrito non va a caccia?

Per Micio l'istinto della caccia è innato, ma sono la disposizione individuale e le esperienze fatte in gioventù a stabilire il livello di questo desiderio, non certo la pancia vuota. Il gioco dei gattini, di fatto, è un esercizio dell'istinto di caccia. Puntare, fare assalti a un piccolo oggetto in movimento, che siano le nostre dita o una foglia, è un precoce segno di quella stessa abilità che ha fatto del gatto il benvenuto nella società degli uomini. L'impulso a cacciare è istintivo, ma il fatto che il gatto uccida o meno la preda ha più a che fare con la fame.

Infatti - secondo l'etologo Desmond Morris - la tendenza a giocare con la preda significa che l'animale non ha necessità di uccidere per mangiare, ma che sta solo esercitando l'istinto predatorio. E così punta e assalta la preda in continuazione. Per le mamme gatte mantenere in vita la preda ha una funzione didattica: così insegna ai piccoli i trucchi del mestiere. E c'è dell'altro: Morris sostiene che quando il nostro gatto ci porta una preda appena uccisa ci considera un gattino inesperto. Si rende conto che come cacciatore non valiamo niente e cerca di aiutarci a migliorare! 

Il fatto che possiamo accogliere gli affettuosi omaggi con un certo disgusto è questione che non riguarda il gatto, e non c'è sgridata che possa fargli modificare questo comportamento. In ogni caso punire un gatto non serve a niente, quindi risparmiamo il fiato! Facciamo uno sforzo e mostriamo di accettare educatamente il dono. Più tardi eliminiamo la povera creatura con tutte le precauzioni del caso: usiamo della carta di giornale per raccoglierla, quindi laviamo accuratamente le mani. 

A volte l'abilità del gatto non è molto gradita, in particolare se si esercita su uccellini e specie di roditori a rischio estinzione. Mettergli al collo un campanellino o qualcosa che faccia rumore quando si muove serve a poco: ben presto i gatti imparano a tendere agguati senza farli suonare! L'unico modo per evitare le stragi (e risparmiarci i graditi "doni") è tenere Micio in casa. Il gatto d'appartamento è a sua volta protetto dai danni che le prede possono fare a lui, per esempio trasmettergli parassiti o ferirlo a morsi. 

Nel Lancaster (Inghilterra), un soriano maschio è considerato uno dei più grandi cacciatori di topi della storia: ne avrebbe catturati più di ventiduemila in ventitré anni. Un altro record è reclamato da una soriana, sempre in Inghilterra, che avrebbe ucciso dodicimila topi in sei anni, con una media di 5-6 roditori al giorno. Bel record, non c'è che dire. Ma ci piacerebbe sapere una cosa: chi si è preso la briga di contare le povere vittime?... (Foto: Pinterest)

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