Purtroppo molte malattie della pelle sono contraddistinte dalla perdita di pelo, e questo complica non poco le cose. Accade con frequenza, infatti, che scatti l’allarme tigna anche in presenza di patologie totalmente diverse. Come, per esempio, alopecie dovute ad autoleccamento su base ansiosa o allergica. Ciò che invece contraddistingue la tigna non è tanto la gravità (si tratta pur sempre di un’infezione cutanea), quanto l’elevatissima possibilità di contaminazione ambientale, con conseguente aumento delle probabilità di contagio, sia verso gli altri animali che verso i proprietari.
L’infezione si può contrarre in modo diretto (ad esempio accarezzando il gatto) o indiretto. Quest’ultima eventualità è la più frequente a causa dell’elevata capacità dei funghi di colonizzare l’ambiente domestico con le loro spore, estremamente resistenti a tutto, disinfettanti compresi. Quando veniamo infettati si manifestano lesioni molto tipiche: piccole chiazze rotondeggianti ad anello, più o meno arrossate, screpolate, moderatamente pruriginose. Per la prevenzione bisognerà stare attenti a non far salire Micio su letti e divani, a non tenerlo in braccio, e a lavare con cura stoffe e superfici contaminate.
Per la cura del gatto esistono diversi farmaci, sia locali che per uso orale, da usare in abbinamento e per tempi lunghi. Nei soggetti a pelo lungo (tipo Persiano) non è raro che un certo grado di infestazione permanga anche dopo l’apparente guarigione (i peli possono restare infestati da spore), per cui la durata della terapia potrà essere particolarmente lunga, per evitare un eventuale contagio dei familiari da parte di un portatore sano. (Foto: Pinterest)
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