venerdì 28 ottobre 2022

Perché i gatti sono (ancora!) associati alle streghe?

Nel 1400, Papa Innocenzo VIII emanò una legge secondo la quale, quando venivano bruciate le streghe, dovevano essere bruciati anche i loro gatti. In questa società superstiziosa, ben presto divenne impossibile stabilire se un gatto fosse veramente e solamente un gatto o una strega tramutata; infatti, non solo il felino era ritenuto 'familiare' ideale delle streghe, e quindi il loro legame principale con il demonio, ma si credeva anche che le streghe stesse potessero tramutarsi in gatti, per tornare poi allo stato primitivo a loro piacimento.

Si diceva poi che alcune streghe permettessero ai propri gatti di succhiar loro il sangue; in tal modo i poveri gatti furono associati anche alla leggenda del Vampiro, e solo nel XIX secolo Bram Stocker con il suo "Dracula" avrebbe spostato l'attenzione sul pipistrello, peraltro altrettanto innocente. Molte leggende superstiziose su gatti e fattucchiere sono sopravvissute per secoli: si diceva che un gatto uccideva un bambino "succhiandogli il respiro" o perfino "succhiandogli il sangue", chiaramente una reminiscenza della storia della strega vampiro. 

Un'altra sopravvivenza ovvia dell'associazione gatto-strega è l'antichissima credenza, nel Dorset, in Inghilterra, secondo la quale le ragazze che amavano i gatti sarebbero morte zitelle. Forse anche a causa del loro legame con la stregoneria i gatti sono citati in molti detti folkloristici sulle condizioni atmosferiche; secondo uno di questi i gatti smettono di giocare e si lavano quando sta per piovere, un altro detto afferma che è prevista la pioggia quando il felino presta particolare attenzione alla zona sopra le orecchie. Niente gatti fantasma, però: un vecchio detto Gaelico-Scozzese dice che i gatti hanno nove vite, e vivendole tutte non hanno alcun bisogno di diventare spettri. (Foto: Pinterest)

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