venerdì 23 giugno 2023

Storie vere di gatti straordinari: Dixie e Kofi

Nel 1999 la gatta Dixie sparisce da casa della padrona Gilly Delaney, nella periferia di Birmingham. Qualcuno le dice che è rimasta uccisa sotto le ruote di un'automobile ma Gilly non può e non vuole perdere la speranza di rivederla, perciò tappezza le strade con la sua foto, bussa alle porte di conoscenti e vicini, contatta perfino i giornali locali, ma i suoi sforzi sono tutti vani. Alcuni anni dopo a Gilly e al marito si prospetta la possibilità di trasferirsi a Malta, ma la speranza mai sopita di veder tornare l'amica a quattro zampe trattiene la donna.

Sono trascorsi ormai nove anni dalla scomparsa di Dixie, quando un giorno due inviati della RSPCA si presentano alla porta di casa Delaney con una sorpresa: è tutta sporca e malconcia, ma è proprio lei, è Dixie! Incredibile ma vero, è stata trovata a girovagare per le strade a un paio di chilometri da casa di Gilly ed è stato possibile riportarla alla padrona perché dotata di microchip. "Faccio questo lavoro da 29 anni e mai mi è capitato di vedere una persona così felice ed emozionata quanto la signora Delaney" - commenta Alan Pittaway, della RSPCA, testimone dell'incredibile ricongiungimento. A Dixie non occorre molto per riabituarsi alla vita di sempre e per Gilly è fantastico scoprire quanto il legame che le unisce sia forte. "Il carattere, il modo di comportarsi e le sue piccole manie: in lei non è cambiato niente" - racconta Gilly - "È ancora la gatta allegra e felice che non vede l'ora di sedersi sul divano per giocare e farsi fare due coccole". Un lieto fine per entrambe, una gioia che Dixie esprime come solo i gatti sanno fare: "Da quando è tornata non smette più di fare le fusa". 

Microchip: piccolo ma efficace 

Kofi sparisce per quattro anni prima di ritrovare la padrona Sarah Hawley. Nel frattempo la donna si è trasferita a Nottingham a Sheffield e Kofi è ritrovata a Ipswich, quasi duecento chilometri più a sud: ciò significa che gli operatori della RSPCA non avrebbero potuto risalire a lei se la padrona non le avesse fatto impiantare un microchip e non avesse indicato nome e numero della madre quale contatto alternativo. Un portavoce dell'associazione spiega che "senza quel microchip la signora Hawley non avrebbe mai potuto riabbracciare Kofi. Ogni anno ci occupiamo di migliaia di gatti malati e feriti e i padroni di molti non sapranno mai che fine hanno fatto perché non c'è modo di risalire a loro". Per questo la RSPCA ha adottato la politica dell'impianto del microchip in ogni gatto che dà in adozione. Si tratta di una procedura breve e indolore che consiste nell'inserimento sottopelle di un chip non più grande di un chicco di riso. Una volta introdotto, il microchip non può muoversi, è invisibile dall'esterno e viene letto con uno speciale scanner. Per rintracciare il padrone basta inserire i dati ottenuti in un database. Dal 2005 al 2010 nel solo Regno Unito sono stati impiantati ben 450mila microchip, la cui utilità è ampiamente dimostrata dalle incredibili storie di questi felini. (Foto: Wiki)

Testo liberamente tratto da: Wonder Cats. True Stories of Extraordinary Felines (Ashley Morgan) 

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