È molto difficile cogliere un gatto con le zampe nel sacco, in flagranza di reato. Essi sono bravissimi a non farsi vedere quando compiono le loro malefatte. Per esempio, mentre siamo in cucina sentiamo cadere un piatto dalla tavola imbandita in tinello; accorriamo e scopriamo il pollo arrosto sparso sul pavimento e il nostro gatto - ben distante! - compostamente seduto con gli occhi semichiusi, che magari si lecca con noncuranza una zampina con un'espressione stupita e candida. In effetti i gatti, secondo il nostro metro umano, sanno mentire benissimo e hanno una grande faccia tosta; ma il concetto di ‘bugia’ è difficile da applicare alla mentalità felina.
Un gatto non mente, cerca semplicemente di affrontare con dignità una situazione imbarazzante e di farsi gli affari suoi con il massimo dei benefici e il minimo del danno. Un gatto cioè non mente per disonestà ma solo per non perdere i benefici acquisiti, cercando al contempo di approfittare di ogni situazione per aumentare il suo grado di benessere. Un'altra evidente caratteristica dei gatti domestici è la propensione al risentimento. Non sono permalosi, ma sanno manifestare assai bene il loro malcontento se li priviamo di una delle necessità considerate importanti per la loro sicurezza e il loro comfort. Per esempio, se gli imponiamo per motivi di salute una dieta rigida e poco appetitosa è facile che non ci rivolga la parola e non ci guardi più in faccia.
Il manifestare la propria infelicità o insoddisfazione può andare dal semplice ‘tenere il muso’ al calo di entusiasmo nel suo rapporto con noi, a vere e proprie ripicche. Dal punto di vista felino, però, quello che a noi sembra un dispetto può essere solo una reazione alla noia o all'ansia, magari dopo una nostra prolungata e immotivata - secondo lui - assenza. È una semplice reazione di sfogo dell'ansia provata per essere stato privato del benessere e della sicurezza che la nostra costante presenza gli dà. Potrà anche succederci di sgridare il nostro gatto per qualcosa e accorgerci che lui assume un atteggiamento apparentemente altezzoso, girandoci la schiena e non degnandoci di uno sguardo, rifiutandosi anche di rispondere al nostro più suadente richiamo.
In realtà con questo atteggiamento - che si definisce di esclusione - il gatto vuole dignitosamente evidenziare il suo stato di inferiorità senza per questo apparire sottomesso: se si voltasse e ci guardasse in faccia (secondo il metro di giudizio felino) potrebbe essere interpretato come una pericolosa sfida verso di noi così giganteschi e potenti, e se rispondesse al richiamo rischierebbe di mettere in pericolo la sua incolumità, visto che lo stiamo guardando fisso con quegli occhi così minacciosi; infine, lo scappare a nascondersi da qualche parte rappresenterebbe una resa troppo umiliante. Si limita così a voltarci le spalle e a non rispondere ai nostri richiami; escludendoci dalla sua vista riduce la paura che ha di noi in quel momento e può fare a meno di fuggire. (Foto: Pinterest)
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«Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore.»
Ho dovuto ridere leggendo...."cerca semplicemente di affrontare con dignità una situazione imbarazzante..." :-))
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