I soggetti, per tre settimane, sono stati nutriti quattro volte al giorno in piccole quantità, e per le tre successive sono passati a un singolo (e abbondante) pasto mattutino. Nel corso dell'intero periodo gli animali hanno indossato un collare che ne ha registrato l'attività fisica, e sono stati regolarmente pesati; in più, i ricercatori ne hanno misurato il metabolismo tramite analisi del respiro e del sangue.
Grazie a questo approccio "multifunzionale", lo studio è il primo nel suo genere a osservare l'effetto della dieta non solo su parametri fisici e comportamentali, ma anche biochimici.
I risultati dello studio non lasciano spazio a troppi dubbi: un pasto solo è meglio di quattro. Per esempio, i gatti nutriti una volta al giorno producono una maggior quantità di ormoni soppressori dell'appetito, una delle più chiare indicazioni di soddisfazione dopo aver mangiato: se l'animale è sazio produce più ormoni.
La quantità di pasti al giorno ha effetto anche su un altro parametro importante: il ritmo respiratorio a stomaco vuoto, che è più basso nei gatti che mangiano una sola volta al giorno – secondo gli autori dello studio, questo significa che durante il digiuno gli animali bruciano le loro scorte di grassi, un'attività metabolica fondamentale per mantenersi in forma.
Infine, il pasto singolo aumenta anche la quantità di aminoacidi nel sangue, che a loro volta vengono usati per rinforzare i muscoli e produrre altre proteine importanti. Secondo gli autori, questi risultati non sono sorprendenti: anche i grossi gatti selvatici alternano pasti abbondanti a prolungati periodi di digiuno. (Foto: Pinterest)
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