Cercare nel gatto le dinamiche di interazione sociale, della concertazione operativa, dell'assunzione di ruolo all'interno della squadra o dello sforzo coesivo equivarrebbe, di fatto, a stravolgere il suo stile sociale. Spesso si dice che ci sono persone adatte ai cani e altre adatte ai gatti e, per quanto questo stereotipo sia, ovviamente, un'approssimazione, esso contiene alcune verità. Per vivere con Micio non bisogna essere morbosi, non bisogna desiderare l'obbedienza assoluta; viceversa bisogna saper apprezzare la fantasia, essere in grado di rispettare gli spazi altrui, saper osservare come uno spettatore che, in religioso silenzio e senza voler invadere la scena, ammiri l'interpretazione del suo attore preferito. Sì, perché il gatto è, prima di tutto, un creativo, unico nel dispiegare la sua individualità calandosi all'interno della trama casalinga con una minuziosità incredibile.
Micio ci fa scoprire le infinite possibilità interpretative della nostra stessa casa; con le sue acrobazie la trasforma in un mondo tridimensionale, la vive con la sua prospettiva così differente dalla nostra.
Apprezzare il gatto significa ammirare il suo modo di starci vicino basato sulla non-prossimità o, viceversa, l'estrema prossimità, perché quando un gatto viene da noi è come se ci penetrasse nel profondo. Un atteggiamento che, però, è sempre un po' svagato, mai preoccupato di stabilire ruoli di coesione. Questo significa che il miglior compagno di un gatto è una persona che sappia apprezzare - in modo passivo e distaccato - la sua indipendenza e la sua infinita creatività, che ami osservare e sia disposto a trasformare casa sua in un grande atelier di espressività. (Foto: Pinterest)
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