Con il gatto, come del resto con ogni altro animale, è molto meglio usare la tecnica della ricompensa per premiare un comportamento corretto: il cosiddetto rinforzo positivo. Per iniziare, occorre capire che cosa Micio considera un premio, perché non sempre ciò che noi consideriamo tale lo è anche per lui. Le coccole, per esempio. Il cane si impegna per ottenere la nostra approvazione, ma per motivare un gatto occorre ben più di qualche lode con carezza. Ricordiamo: non gli interessa farci piacere, quel che veramente gli sta a cuore è la nostra considerazione.
Quindi cibo, gioco e attenzioni sono i premi migliori, anche se ogni gatto, nella propria unicità, reagisce a uno o a tutti in modo diverso. Non c’è nessun bisogno di ricorrere a una punizione dolorosa quando mostrare disappunto (e, di conseguenza, negare bocconcini golosi e interesse) è più che sufficiente. Un cucciolo che si aspetta di poter giocare e invece è ignorato impara presto a evitare il comportamento che porta il suo umano a voltargli le spalle!
Un esempio pratico: se il gattino si fa troppo aggressivo e prepotente, smettiamo di giocare e, se l’abbiamo in braccio, obblighiamolo a scendere e andiamocene. Se non possiamo farlo, voltiamogli le spalle, evitiamo qualsiasi contatto visivo e rimaniamo in silenzio. In questo modo imparerà a smettere di graffiare perché altrimenti siamo noi a smettere di giocare. Proseguire sarebbe un premio e va fatto solo se tiene le unghie al loro posto, smettere e distogliere l’attenzione significa delusione. Il messaggio è: unghie dentro, bravo! Unghie fuori, cattivo! (Foto: Pinterest)
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