Un gruppo di scienziati ha abituato una femmina di gatto a mangiare la banana e ha potuto osservare che anche i suoi cuccioli la mangiavano senza fare storie. Quindi, se l’allevatore era solito servire un'unica tipologia di alimenti, non appena portiamo il cucciolo a casa iniziamo a fargliene assaggiare quante più possibili in modo che da adulto si dimostri adattabile. Non dobbiamo permettergli di affermare le proprie preferenze, altrimenti ci ritroveremo costretti a comprare sempre e solo una determinata marca per tutta la vita!
E, con ogni probabilità, quest’unica marca sarà anche molto costosa. Insegnare al gattino una buona dose di flessibilità alimentare si rivela utile anche se le sue preferenze si orientano verso gusti tutto sommato non troppo cari perché permette di approfittare delle offerte. La monotonia è il secondo fattore che più influenza le scelte di Micio. Se particolarmente stressato, di solito preferisce un alimento familiare, ma in condizioni normali si stufa presto di mangiare la stessa cosa ogni giorno. La mancanza di un'alternativa lo induce a nutrirsi ugualmente, ma è innegabile che un nuovo sapore stimoli l'appetito.
Un gusto nuovo significa cibo migliore, ecco perché nei negozi di animali e nei grandi magazzini troviamo scaffali e scaffali zeppi degli abbinamenti più particolari e ricercati. Ricordiamo inoltre che sostituire la vecchia scatoletta con una nuova per qualche tempo è l'ideale per rinvigorire l’interesse nella prima: cosa non farebbe Micio pur di spezzare la monotonia! Al gatto piace mangiare poco e spesso; se fosse una persona diremmo che gli piace sbocconcellare. Se ci pensiamo, in natura non gli capita certo di potersi abbuffare. Ogni topolino o uccello costituiscono un piccolo pasto.
Se lasciamo ciotole sempre piene a disposizione, noteremo che fa dagli otto ai sedici spuntini al giorno e non due o tre pasti così come li intendiamo noi. Forse è questo il motivo per cui sembra più capace di controllare il peso rispetto al cane, il quale, se gliene è data la possibilità, è capace di ingoiare il cibo di due giorni tutto di fila. Spiluccare di tanto in tanto avrebbe anche un effetto preventivo dei calcoli alla vescica. Un gatto con una vita piena di interessi e possibilità di tenersi occupato di rado si nutre in eccesso, a meno che non abbia proprietari sempre pronti ad allungare un croccantino o un'altra ghiottoneria.
In ultimo, il gatto deve possedere una sorta di buon senso innato, di spia di allarme alimentare che lo induce a rifiutare un alimento che l’ha fatto stare male. Tempo fa la gatta di una mia amica ha dovuto seguire un regime speciale e, per puro caso, proprio in quel periodo è stata vittima di una forte intossicazione, forse per aver mangiato un uccellino moribondo. Da quel momento in poi si è categoricamente rifiutata di proseguire con la nuova dieta perché nella sua testa è stata quella e non l’uccellino a intossicarla! (Foto: Pinterest)
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