Il gatto e gli altri animali domestici

Per istinto il gatto insegue e cerca di giocare con tutto ciò che è in movimento. È quindi logico che il pesce rosso nella boccia o il canarino in gabbia costituiscano degli ottimi passatempi. Se il gatto invece può uscire di casa, capirà velocemente la differenza tra ciò che è cacciabile e ciò che è di proprietà umana. In caso contrario, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio! Quindi, di notte e quando non siamo in casa, non lasciamo bocce con pesci o gabbie a portata di zampa.

Ovviamente un acquario con coperchio o una gabbia a maglie sottili risolvono il problema, anche per topolini e criceti; se abituato in giovane età, Micio sarà meno attratto da questi animali, dai movimenti più lenti. Fra l’altro un micetto cresciuto con un topolino o lasciato giocare con un criceto perderà quasi sicuramente l'istinto predatorio nei confronti dei piccoli roditori. Cavie e conigli, più grandi, possono rivelarsi ottimi amici dei felini. È importante però che il rapporto avvenga sotto il nostro diretto controllo, almeno inizialmente, e comunque senza gabbie o senza trattenere gli animali che devono potersi sentire liberi di fuggire o di difendersi. Ricordiamo anche che potrebbe essere il gatto ad avere paura! 

 

Un discorso tutto a parte va fatto, ovviamente, per il cane. "Essere come cane e gatto" è un modo di dire tipico, che sottolinea il rapporto non idilliaco tra i due, anche se è molto frequente la vista di cane e gatto di casa (sia in appartamento che in campagna) che dormono l'uno accanto all'altro, talvolta abbracciati. Come si può spiegare questo duplice atteggiamento? È dovuto a un diverso sistema di comunicazione. Canidi e felidi hanno seguito linee evolutive differenti e hanno sviluppato linguaggi interspecifici spesso contrapposti. I problemi vengono superati quando esiste la conoscenza diretta dei due e, fondamentalmente, quando il gatto non si sente minacciato. 

Tra i felini, quando un esemplare si sente dominante sull'altro, si avvicina con zampe tese e dorso piatto. Nel caso sia intimidito invece, inarca la schiena e piega le zampe posteriori, quasi appallottolandosi. Alla vista di un cane, soprattutto se di dimensioni medio-grandi, il gatto risponde a entrambi gli impulsi (per cui sta ritto sulle zampe e inarca il dorso) che gli fanno assumere dimensioni apparentemente più grandi, specie se rizza il pelo. I gatti che hanno imparato a rimanere fermi in questo atteggiamento, pronti a sfoderare gli artigli sul naso o sugli occhi del cane, non subiranno praticamente nessun attacco. 

È anche vero che risulta difficile rimanere immobili mentre un abbaiante cagnone si sta avvicinando e quindi la maggior parte dei mici, vinta dal panico, si dà alla fuga. Il che può riservare brutte sorprese fino a costare la vita al malcapitato. Difatti l’istinto canino porta a inseguire qualsiasi cosa che corre e se non esistono nelle vicinanze alberi o cancellate provvidenziali, l’attacco potrebbe risultare fatale. D’altro canto, una sorte simile potrebbe subire un cagnolino nel territorio di gatti dominanti. (Foto: Pinterest)