La loro attenzione nei nostri confronti sarebbe giustificata dal fatto che noi rappresentiamo una certezza legata alla soddisfazione dei loro bisogni: cibo, habitat e divertimento (intorno a noi si concentrano tutti quelli che per loro sono stimoli). Di sicuro ci studiano e ci riconoscono; conoscono le nostre abitudini e percepiscono i nostri stati d’animo. È stato dimostrato, infatti, che registrano ogni nostro passo ed elaborano tutte le informazioni che catturano. Non solo. Riconoscono le nostre voci, dal vivo, registrate e perfino al telefono.
A questo proposito, una ricerca è stata condotta attraverso l’osservazione di alcune reazioni ai suoni: a un campione di gatti sono state fatte ascoltare registrazioni di sconosciuti che parlano e altre, invece, con la voce dei padroni, senza che questi fossero realmente presenti alla loro vista. I gatti, durante l’ascolto, hanno modificato il loro comportamento, ruotando le proprie orecchie in direzione della fonte sonora. Se questo può sembrare un riflesso evidente (il gatto sente un suono e presta attenzione), più interessante è la reazione oculare, con la dilatazione delle pupille, segno non soltanto di attenzione, bensì di eccitazione e predisposizione alle emozioni.
Altri studi successivi, infatti, hanno dimostrato che i movimenti oculari sono strettamente connessi alle reazioni del cervello in seguito a stimoli emozionali. Tutte queste reazioni sono state rilevate all’ascolto delle voci dei padroni o di altre persone a loro familiari. Da ciò si deduce che, pur non manifestando particolare interesse all’ascolto, i gatti percepiscono comunque l’informazione. Dopo 10mila anni di coabitazione con gli umani, forse, davvero tra noi e loro si è creato un feeling particolare da celebrare oggi più che mai. (Foto: Pinterest)
0 commenti:
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.