Quasi tutti i gatti domestici dipendono dagli esseri umani per gran parte delle loro esigenze. Siamo noi a sfamarli, a cambiare l'acqua e la lettiera, a proteggerli dal freddo e dai cani pericolosi, oltre ad assicurare loro abbastanza spazio per evitare i propri simili, che detestano. Se così non è, si adattano meglio che possono. Se il cibo non è di loro gradimento, vanno in cerca di ciotole da razziare nelle case vicine. Se la cassettina igienica non va bene, fanno i propri bisogni dietro il divano o la porta.
All'occorrenza sono anche capaci di trovarsi una seconda famiglia. Per esempio, quanti gatti, mentre di giorno i proprietari sono al lavoro e spengono il riscaldamento, vanno in cerca di una casa in cui regni un bel tepore? Iniziano così a trascorrere le giornate coi proprietari ufficiosi e solo la notte con quelli ufficiali.
Se dentro casa non si sentono sicuri, semplicemente se ne trovano un'altra. È il caso, per esempio, dell'arrivo improvviso di un cane che inizia a inseguirli e non li lascia mai in pace.
Ma può capitare anche che, se i gatti con cui condividere lo spazio diventano troppi (e per alcuni esemplari un altro micio è già di troppo), decidano di andare in cerca di una famiglia in cui essere gli unici beniamini.
Vogliamo che il nostro gatto si comporti bene? Allora dobbiamo assicurargli una vita appagante. Non possiamo introdurlo in un ambiente sbagliato e avere la pretesa che sia felice.
È la nostra parte del patto: se qualcosa non va, spetta a noi (e non al gatto) cambiarlo; di solito tanto basta perché Micio la smetta di farci impazzire.
Il cambiamento inizia da noi: dobbiamo sforzarci di capire il gatto e adeguarci di conseguenza in modo da renderlo felice. Il nostro amico peloso cambia solo se noi per primi apportiamo dei mutamenti. (Foto: Pinterest)
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