Chiunque possieda o sia spesso a contatto con i gatti, sa benissimo che a causa della loro natura (a volte meno amichevole di quella di un cane) può capitare di venire graffiati o morsi. In genere non è nulla di grave ma esiste il rischio di contrarre una patologia chiamata bartonellosi, causata dal batterio Bartonella henselae e chiamata anche linfoadenite benigna. Dopo 3-10 giorni dal momento del graffio, nel punto in cui questo si è verificato, compare una lesione arrossata della pelle che può rimanere per giorni o settimane e generalmente guarisce senza lasciare traccia.
Oltre a questo sintomo, nell'arco di 15 giorni dal graffio, un linfonodo che si trova in genere all'ascella (se il graffio è avvenuto su braccia o mani) o all'inguine (se il graffio, è avvenuto sulle gambe) appare ingrossato e dolente. Sporadicamente la ferita è così grave da dover applicare dei punti di sutura. Nella maggior parte dei casi i sintomi diminuiscono spontaneamente nell'arco di 2-6 mesi. Solo raramente si verificano peggioramenti con la necessità di un trattamento antibiotico. Talvolta si possono presentare altri sintomi come: febbre poco elevata ma persistente, malessere generale, inappetenza, dolori articolari, mal di testa e gola che possono far confondere tale malattia con la monunucleosi infettiva.
L’invito a fare attenzione - in particolare se a essere graffiati sono i bambini - arriva dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc). Secondo i dati da loro diffusi, il 35% dei gatti sarebbe potenzialmente portatore di questa malattia: gli stessi Cdc americani hanno però anche sottolineato che i rischi di contagio sono bassi. Ogni anno, negli Stati Uniti, vengono colpite da bartonellosi circa 12.000 persone, di cui la maggior parte sono bambini tra i 5 e i 9 anni, probabilmente perché più portati a giocare con i gatti. Ma quali sono i gatti 'a rischio'? Essendo trasmessa dalle pulci, più il gatto è randagio e poco pulito, più è plausibile che sia portatore della patologia. Di conseguenza, l’utilizzo di adeguati trattamenti contro le pulci annulla le possibilità che il gatto diventi portatore della malattia.
Come fare a capire se il gatto è affetto da bartonellosi? Nella maggior parte dei casi è impossibile, perché il gatto portatore di Bartonella henselae non ha alcun sintomo di malattia, ma può essere sottoposto a un esame per verificare se sia portatore del batterio. La malattia da graffio da gatto rimane una patologia rara e di solito è trasmessa da soggetti di strada in giovane età al quale l'agente patogeno è stato veicolato dalle pulci. Quindi, se il gatto è casalingo e privo di pulci, possiamo stare tranquilli. Quando si manifesta, invece, l’infezione ha sul felino lo stesso effetto che ha sull’uomo: febbre, dolori muscolari, ingrossamento dei linfonodi. Nei casi più gravi, però, l’infezione può arrivare anche al cervello e al cuore.
Se da un lato è bene non creare allarmismo, dall’altro è opportuno adottare delle semplici precauzioni. Per esempio, l’utilizzo di prodotti antipulci sul gatto per tutto l’anno (anche in inverno!) ed evitare contatti troppo stretti con gatti randagi o gatti che comunque potrebbero essere infestati da pulci. Oltre alla pulizia di Micio, è importante anche l’igiene personale: lavarsi sempre le mani dopo aver accarezzato un gatto è buona abitudine, da insegnare anche ai bambini. Per il resto, godiamoci il nostro piccolo felino, perché i benefici nell’avere in casa un animale domestico, cane o gatto che sia, sono tanti, sia psicologici che fisici. (Foto: Pinterest)
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«Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore.»
Ho sofferto di bartonellosi in seguito ad un morso ma, per fortuna, si è fermato all'ingrossamento dei linfonodi e poco più. Uno spavento iniziale ma con buon fine!
RispondiEliminaMolto interessante. I graffi non mi hanno mai fatto niente, ma due morsi si sono rivelati "tossici"! Ma non ho mai saputo di questo batterio.
RispondiEliminaDimenticavo, foto meraviglioso, sembra un piccolo diavoletto!
RispondiElimina