Ci sono gatti a cui il contatto con l’acqua sembra risultare gradevole, ma rappresentano l’eccezione alla regola più generale. Al contrario dei cani, infatti, i felini domestici non sopportano di bagnarsi e i motivi di questa repulsione si possono ancora soltanto teorizzare. Per qualcuno si tratterebbe di un’eredità genetica, poiché fin dall’antichità i gatti non hanno mai dovuto ambientarsi in ecosistemi ricchi di acqua, quindi, semplicemente, rifuggirebbero da un elemento poco conosciuto. Una delle tesi più accreditate viene proposta da Kelley Bollen - esperta statunitense di comportamento animale - secondo cui il mantello dei gatti, quando si bagna, asciuga molto lentamente e tale sensazione di umido procura all’animale un forte disagio.
Secondo Kelley Bollen, che in Massachusetts dirige un centro di training comportamentale per animali da compagnia, bisogna poi considerare che i gatti trascorrono molto tempo a lavare il proprio mantello, rilasciando su di esso odori che servono anche a comunicare con altri felini e a marcare il proprio territorio; per questo, qualsiasi liquido che scorra sul loro pelo levando gli odori da loro pazientemente rilasciati non rappresenta una sensazione piacevole. I gatti sono inoltre maniaci del controllo: una necessità che per loro si potrebbe tradurre nel tenere le zampe appoggiate quanto più possibile su superfici solide, mentre il contatto con elementi liquidi li destabilizzerebbe. Per la maggior parte dei gatti quindi bagnarsi può essere davvero molto ma molto fastidioso. Fino a farli arrabbiare sul serio.
Ma questo non vuol dire che non amino l’acqua. Specialmente se è fresca: i gatti infatti amano berla bella limpida. Molti direttamente dal rubinetto, alcuni chiedono insistentemente ai proprietari di aprirlo, altri arrivano a capire come farlo da soli! Principalmente sono attratti dall’acqua sia per il movimento che per il rumore che fa cadendo. Non c’è da stupirsi dunque se, aprendo il rubinetto, il gatto di casa vi si avvicini e provi ad esplorarla con la zampetta o con il muso arrivando a bagnarsi anche tutto il corpo. Ci sono alcune razze di gatti che si sentono così a proprio agio nell’acqua tanto da imparare a nuotare senza paura. Tra queste si distinguono il gatto d’angora turco (Turkirsh Van), il Maine Coon e il Norvegese. Questa caratteristica sarebbe legata alle loro origini in quanto tutte queste razze vennero selezionate in ambienti ricchi di corsi d’acqua e si pensa che tale abilità si sia evoluta per consentire una migliore tecnica di caccia.
In generale il gatto provvede da solo a mantenere il suo mantello pulito e ordinato ma se il bagno è proprio necessario, si può rendere l’esperienza il meno traumatica possibile. L’acqua deve essere calda (circa 38 gradi) e il gatto va bagnato partendo da dietro con un getto delicato, ad esclusione della testa. Dopo averlo trattenuto in modo tranquillo parlandogli in tono rassicurante sarà opportuno asciugarlo per bene, utilizzando però un asciugacapelli il più silenzioso possibile. Esistono anche shampoo a secco che si usano per rimuovere lo sporco e la polvere evitando il trauma del bagno in acqua. Anche questi però vanno utilizzati con parsimonia per non alterare l’equilibrio della cute del nostro amico. (Foto: Pinterest)
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«Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore.»
hihi, questa foto è veramente incredibile. Di tutti i nostri gatti solo la nostra metusalemme Nociolina-Süessi ha piacerere (meglio aveva) di essere bagnata. Che piace bere direttamente dal rubinetto sapevo sia da Stifeli che da uno della mia figlia che come scrivi, è proprio insistente a farsi aprire il rubinetto.
RispondiEliminaNoi abbiamo avuto un gatto che adorava l'acqua....Neko! Giocare con l'acqua era puro divertimento per lui!
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