Gatti e volpi sono responsabili del 25% delle estinzioni dei mammiferi nativi australiani. Alla loro ferocia bisogna poi aggiungere eventi catastrofici, sempre più frequenti negli ultimi anni, come gli incendi di foreste e alluvioni, che oltre a decimare le specie autoctone, hanno contribuito a moltiplicare i numeri di gatti e volpi, fornendo loro più fonti di cibo. Sotto accusa in particolare i felini domestici: lasciati liberi la notte, da soli uccidono circa 252 milioni di mammiferi ogni anno.
Ai danni causati da loro, bisogna poi aggiungere quelli provocati dall'impatto di altri animali introdotti come conigli, cavalli, cammelli e cervi. Alyson Stobo-Wilson del College of Engineering and Environment, autrice della ricerca, ricorda come, sin dall’inizio della colonizzazione australiana avvenuta nel 1788, ben un centinaio di specie uniche australiane sono state eradicate dal continente. Tra queste, 34 erano mammiferi dei quali è stata persa ogni traccia vivente.
Nello studio pubblicato sulla rivista Diversity and Distribution, la ricercatrice ha ricordato il successo di diversi programmi di intervento che sono stati in grado di contenere le popolazioni di volpi e di gatti, permettendo alle specie native di risollevarsi. Ma servono iniziative anche di altro genere: ad esempio, dal prossimo 1 luglio, i gatti della capitale federale Canberra dovranno essere contenuti entro la proprietà dei loro padroni, oppure tenuti al guinzaglio. (Foto: Pinterest)
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